La crisi? A bloccare la crescita in Italia sono gli italiani invidiosi!

Lo dice anche uno studio.

  • Ti è mai capitato di paragonarti a qualcuno che avesse risultati migliori dei tuoi?
  • Hai mai incontrato qualcuno:

più bravo, più popolare, più bello? O qualcuno che abbia un lavoro più figo del tuo, che sia più di successo di te, che abbia più fan, un fisico migliore del tuo? Magari qualcuno che ha anche più soldi di te, una casa da sogni, un’auto più importante o semplicemente una vita più felice della tua?

  • Quando impatti su queste persone, i paragoni sono certi? E poi, provi fastidio o ammirazione?

Gian Maria Fara, il presidente dell’Eurispes ha spiegato, proprio recentemente, come il voler a tutti i costi ostacolare il successo altrui, piuttosto che impegnarsi in prima persona per vincere le proprie sfide personali è una sindrome assai diffusa in Italia (3 italiani su 10).

Tu dove sei in questa statistica?

È importante saperlo perché quest’invidia è pericolosa, ci distoglie dai nostri obiettivi, comporta un distruttivo dispendio di energia e dimostra  paura e insicurezze.

Una scrittrice afferma che “le nostre mancanze diventano più penose quando si rende palese che persone nelle nostre stesse condizioni sono state in grado di procurarsi i beni a cui noi aspiriamo”. (V. D’Urso, Otello e la mela, La Nuova Italia Scientifica)

L’invidioso quindi, quando denigra i successi degli altri, cerca di racimolare l’autostima perduta.

Noi italiani, (già oberati dalla burocrazia asfissiante del nostro bel Paese) abbiamo invece, se ci focalizziamo sul nostro operato e sulla nostra cultura, delle potenzialità enormi.

Infatti, anche dal Rapporto Italia 2016, edito da Minerva Edizioni, si evidenzia un abbandono seppur lento, del clima di forte pessimismo che ha caratterizzato gli ultimi anni e una previsione sul futuro, particolarmente favorevole.

C’è sicuramente una grossa apertura alla condivisione, in un’ottica di riduzione dei costi. Ad esempio l’11,1% degli italiani, nell’ultimo anno ha utilizzato servizi di car sharing, office rent e alcuni hanno anche sperimentato l’home sharing.

Ma quello che proprio in Italia non riusciamo a superare, come afferma Gian Maria Fara, è questa sindrome del Palio, che ci porta a combattere o mortificare i successi altrui, una sindrome paralizzante, bloccante, “una filosofia del contro invece che una filosofia del per”.

 

  • Ma perché tutta questa rabbia, questa ostilità, invece che provare ammirazione?

Invece di imparare e capire come hanno fatto gli altri?

 

 

L’invidia è la dimostrazione che in un confronto con un’altra persona, ne esci sconfitto, ti senti inferiore, incapace e non solo sul piano materiale, ma soprattutto su quello umano, esistenziale.

Il mio caro amico Zio Mike la definisce “ammirazione andata a male!”

Criticare, attaccare gli altri, è come camminare con il freno a mano tirato, il freno a mano della crescita e della creatività.

E’ il contesto sociale (familiari, scuole, amici) in cui siamo cresciuti che ci forma con questo modus operandi, basato sul denigrare, invece di chiedersi “Come ha fatto?”, invece di incentivarci, cari amici, a dare il massimo, a voler emulare, a provare quella sana competizione, quell’invidia anche, ma costruttiva non distruttiva.

Le persone restano attratte dalla superficie, invece di scavare a fondo e capire come sei arrivato, lì dove sei: ti perdonano il dolore, non il successo!

 

“Le persone di successo, godono del tuo successo. Le persone fallite, godono del tuo fallimento.”

In questo articolo ho parlato dei paragoni che provocano effetti deprimenti e distruttivi, ma voglio soprattutto farti riflettere su quegli altri tipi di paragoni, quelli “antagonisti” che nutrono le nostre vite  d’incoraggiamento, d’ispirazione, d’amore.

Francesco Alberoni, sociologo (Gli invidiosi, Garzanti) scrisse: “L’amore è il grande antagonista dell’invidia. Se noi amiamo qualcuno, vogliamo il suo bene e siamo felici quando ha successo ed è felice”.

Quindi, per amor vostro e del vostro successo, vi esorto ad amare l’eccellenza e i risultati ottenuti con sacrificio dagli altri, usate l’esperienza altrui come un manuale d’uso determinante per ottenere ciò che desiderate.

Coltiviamo la stima, l’ammirazione verso chi è riuscito nei suoi obiettivi, perché si è “fatto il mazzo”, perché più disposto a compiere sacrifici, rispetto a noi.

“Il solito fortunato” è un’espressione che non va mai utilizzata nella vita. Bisogna stare umilmente con chi “è o ha” ciò che noi vogliamo essere o avere.

Bisogna stare con i grandi, osservarli, comprare i loro libri, i loro corsi o pagare per poter stare anche solo un’ora con una persona degna di lode, una persona di valore, per apprendere, per poter assimilare il suo modo di pensare da cui deriva il suo modo di operare.

Imitiamo ed emuliamo il loro esempio. Imitiamo ed emuliamo.

Il loro esempio suscita legittima ammirazione, non invidia. Il paragone, sano ed equilibrato, con questi grandi “del fare” ci spingerà non alla distruttiva competizione ma salvifica emulazione.

Imitiamo i loro attributi, il loro calore, umiltà, spirito di sacrificio, studio, empatia, il loro modo di pensare, le loro azioni. Ecco questo arricchirà la nostra vita.